A Senago l’ANPI torna a scuola

Anpi Senago

 

Ebbi l’onore di conoscere il Partigiano Martin Elia dieci anni fa. Mi ero trasferito a Senago da poco tempo e mio figlio, che allora frequentava la quinta elementare di via Repubblica, tornò a casa un pomeriggio tutto entusiasta raccontandomi di questo incontro con “il partigiano di Senago”.

Fu per lui un’esperienza particolare, che seguiva ad un insegnamento a lui pervenuto dapprima dai noi genitori e dai nonni e quindi resosi in quel momento concreto e reale anche fuori delle mura domestiche, vissuto come un’esperienza propria in cui trovava gli strumenti per capire che quanto gli avevamo trasmesso come nostro sapere era un’esperienza comune a tanti, assai più larga del contesto famigliare, come tanto ampia fu la triste guerra cui ci portò il fascismo e che vide coinvolte intere generazioni.

Cercai successivamente l’occasione per incontrare “il Partigiano Elia” e quando la trovai, sempre assieme a mio figlio, feci il più bell’incontro della mia vita. Era una mattina di primavera e girando in bicicletta per Senago, incontrammo Martin che rientrava con due magri sacchetti della spesa verso la sua abitazione. Era quasi mezzogiorno e, dopo esserci presentati come quelli che “avevano sentito la voce del Partigiano”, lui c’invitò nella sua umile dimora. Tanto imbarazzato di recar disturbo quanto entusiasta di poter cogliere l’essenza di spirito di chi ha vissuto la terribile guerra partigiana, accettammo l’invito a bere un docile caffè.

Era una persona umile e riservata, piena di dignità e portata alla semplicità assoluta. Poche cose, in gran parte ricordi in bianco e nero appesi ai muri, rendevano la sua dimora accogliente e calda. Parlammo e parlammo, di guerra, di tristi momenti e di una vita che egli sentiva giungere prossima al suo ultimo corso. Mi disse che era oramai tra gli ultimi partigiani che andavano a rendere testimonianza ma mi giurò che finchè ce l’avrebbe fatta, avrebbe continuato anche da solo a raccontare le tristi sorti di una guerra che nessuno voleva. E così fece.

Lo incontrai di nuovo alcuni anni dopo e mi disse che era rimasto l’unico a Senago che andava per scuole. Credeva nelle nuove generazione e riteneva che proprio a loro occorreva far conoscere la nostra storia, perchè lì sarebbe sorto il futuro, un futuro che lui sognava migliore.

Poi mancò anche lui e Senago non fu più nutrita dai racconti dei ricordi del Partigiano. E’ lo stesso che sta accadendo in tutte le sezioni ANPI, dove a poco a poco le testimonianze dirette sono venute a mancare. E per questo stesso motivo anche l’ANPI a Senago ha subito, in questi ultimi anni, un percorso al declino, cadendo per molto tempo nel silenzio.

Ma da alcuni mesi l’ANPI di Senago si è ricostituita ed è partita proprio dal progetto scuole. In questi giorni, che cadono appena prima del 25 aprile, nelle classi quinte del primo circolo di Senago, che ha aderito al progetto proposto dai volontari ANPI, si è parlato di COSTITUZIONE. Ai ragazzi ed alle ragazze è stato presentato un gioco con cui si voleva trasmettere il valore della nostra costituzione, fondata dai padri partigiani, passando poi da un racconto di Rodari che vuole cogliere, nella solidarietà e nell’umanità del vivere in comune, un aspetto fondamentale che l’esperienza partigiana voleva lasciarci.

Ora so che il messaggio di Martin Elia non è stato vano e so che stiamo facendo quello che la nostra martoriata nazione ha assoluto bisogno: RICORDARE!

Ricordare chi eravamo, come eravamo e come vivevamo. Ricordare ciò che di atroce ha fatto il fascismo, raccontato senza l’intervento del revisionismo storico che tutto capovolge, ma affidandosi al racconto dei ricordi di chi ha vissuto, di chi, a fronte delle atrocità del fascismo, ha deciso di dedicare la propria vita a combatterlo.

Sono grato ed onorato quindi di aver conosciuto “il Partigiano Martin Elia” e di aver contribuito, nel mio piccolo come semplice iscritto all’ANPI di Senago, a portare avanti il suo messaggio.

Ringrazio tutto l’ANPI di Senago che si è prodigato a realizzare questo meraviglioso progetto. Oro so che il futuro potrà essere un po’ migliore perchè lo stiamo affidando nelle mani delle future generazioni nel modo migliore.

Stefano Palazzolo

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